Maria Grazia Calandrone
Maria Grazia Calandrone
Rassegna POETRY 2019
BIBLIOTECA MANFREDIANA – TRES DOTES 2018
La Zona Rossa
a N.
Ho un’amica che continua a lavorare in fabbrica nella Zona Rossa. Alla pressa
il contatto forzato coi colleghi
è stretto. Dice: «Noi operai
siamo carne da macello. Nessuno parla
dei morti sul lavoro», ogni anno un conteggio
di prodotti stoccati e di mosche
morte nella regione della neve, dove l’orto è tagliato dai cancelli
e divide in porzioni disuguali
la terra. Tutto
finisce, per tutti, in due metri quadri
di terra, rivoltata da una benna
manovrata da un uomo reso muto
dal lavoro coi morti. Tutto
è messo a tacere
sotto uno strato di viridescenti muffe nobili
raggelate dal soffio della prima notte. Dice: «Non ho paura
per me». Non aggiunge: «Sarebbe quasi una liberazione». Anzi, emette una scintilla
di pura gioia
se le chiedo, in pensiero: «Hai mangiato?»
Roma, 12 marzo 2020
in «Antinomie» 15 marzo 2020
Contro l’esilio
Siccome nasce
come poesia d’amore, questa poesia
è politica.
*
La prima volta
che incontrai la persona che avrei amato
quando ci salutammo
provai la povertà d’essere al mondo, uno stento
irreparabile
dell’intero
essere emerso. Fu
più che una mancanza
un mancamento:
lo scodamento di un nero
getto di plasma
attraversava la costellazione
MGC 1.9.6.4 (uno.nove.sei.quattro). Il bene
lo riconosci così, quando vedi quel microcosmo, capace
di ogni bene e male, allontanarsi
sulla strada assolata
e sai che, se ritorna, smetterà un dolore
lungo tutta la vita, la nostalgia
che non sapevi provare e stava
sconosciuta e vicina come l’ombra alle spalle,
tua in silenzio e miseria
come la gioia che con la neve dura.
Roma, 20 luglio 2018
in Giardino della gioia, Mondadori 2019
foto di Roberto Ceccanti