Ted Hughes
Rubrica Traduzioni a cura di Sandro Pecchiari
The Hawk in the Rain, Il falco nella pioggia è una collezione di 40 poesie dedicate alla prima moglie di Ted Hughes, Sylvia Plath.
Pubblicato da Faber and Faber nel 1957, questo suo primo libro vince immediatamente il Galbraith Prize, con nella giuria nomi del calibro di W. H. Auden, Stephen Spender, and Marianne Moore. Nel suo stile inconfondibile, voltando le spalle agli sperimentalismi di Yeats, D. H. Lawrence, Hopkins, and Dylan Thomas, Hughes tralascia i ritmi giambici (dallo schema ∪ —) a favore di sensuosi e martellanti trochei (con ritmo discendente, una sillaba lunga e una breve (— ∪) e spondei (due sillabe lunghe (— —) . Le continue decise allitterazioni, onomatopee e iperboli portano la sua poesia ad un impatto che non si sentiva dalla fine del Middle English.
Da questa raccolta Sandro Pecchiari traduce The Hawk in the Rain e The Thought-Fox:
The Hawk in the Rain
I drown in the drumming ploughland, I drag up
Heel after heel from the swallowing of the earth’s mouth,
From clay that clutches my each step to the ankle
With the habit of the dogged grave, but the hawk
Effortlessly at height hangs his still eye.
His wings hold all creation in a weightless quiet,
Steady as a hallucination in the streaming air.
While banging wind kills these stubborn hedges,
Thumbs my eyes, throws my breath, tackles my heart,
And rain hacks my head to the bone, the hawk hangs
The diamond point of will that polestars
The sea drowner’s endurance: and I,
Bloodily grabbed dazed last-moment-counting
Morsel in the earth’s mouth, strain towards the master-
Fulcrum of violence where the hawk hangs still,
That maybe in his own time meets the weather
Coming from the wrong way, suffers the air, hurled upside down,
Fall from his eye, the ponderous shires crash on him,
The horizon traps him; the round angelic eye
Smashed, mix his heart’s blood with the mire of the land.
Il falco nella pioggia
Affogo tra le zolle tempestate, strappo
Il passo, il passo dalla bocca di terra che m’inghiotte,
La creta che blocca andando le caviglie
Come fa un sepolcro intestardito, ma il falco
Fissa fermo l’occhio in alto senza sforzo.
Le sue ali fanno il creato quieto e senza peso,
Lucida allucinazione nell’aria tumultuosa.
Mentre il vento urlante stermina le dure siepi,
Estirpa gli occhi, strappa il respiro, contrasta il cuore,
La pioggia scarnifica il cranio, il falco appende
La punta di diamante d’una volontà polare, stella
Resistente di chi affoga: e io,
Morso di sangue ghermito nel momento estremo
Dentro la bocca della terra, tendo al fulcro
Di violenza dove fermo resta il falco,
Che potrà a suo tempo incontrare il tempo
Che lo affronti, soffra l’aria, scagliato, capovolto,
Cada dall’occhio, le pesanti terre lo schiantino,
L’orizzonte lo intrappoli, l’occhio tondo d’angelo
Franto, mescoli il sangue del cuore col pantano.
Il Pensiero-Volpe si riferisce alla lotta per iniziare e portare a termine uno scritto, paragonato al percorso di un animale selvaggio.
La poesia proviene da un sogno fatto dal poeta che parlava di una volpe sfuggita ad un incendio che entrava nella stanza e lasciava impronte insanguinate. È una lezione importante sul processo della creatività disciplinata: la creatività che è spesso considerata imprevedibile, qui invece viene vista come la necessità di prepararsi a diventare creativi.
The Thought-Fox
I imagine this midnight moment’s forest:
Something else is alive
Beside the clock’s loneliness
And this blank page where my fingers move.
Through the window I see no star:
Something more near
Though deeper within darkness
Is entering the loneliness:
Cold, delicately as the dark snow
A fox’s nose touches twig, leaf;
Two eyes serve a movement, that now
And again now, and now, and now
Sets neat prints into the snow
Between trees, and warily a lame
Shadow lags by stump and in hollow
Of a body that is bold to come
Across clearings, an eye,
A widening deepening greenness,
Brilliantly, concentratedly,
Coming about its own business
Till, with a sudden sharp hot stink of fox
It enters the dark hole of the head.
The window is starless still; the clock ticks,
The page is printed.
Il Pensiero-Volpe
Immagino la foresta nel momento della mezzanotte:
Qualcos’altro è vivo
Oltre la solitudine dell’orologio
E questa pagina vuota dove muovo le dita.
Non vedo stelle alla finestra:
Qualcosa di più vicino
Benché più profondo dentro il buio
Penetra la solitudine:
Freddo, delicato come la neve scura,
Il naso d’una volpe tocca rametti, foglie;
Due occhi agevolano il movimento, che ora
E ancora ora, e ora, e ora
Segna tracce nitide nella neve
Tra gli alberi, e cauta un’ombra stenta
Arranca tra le radici e nel vuoto
D’un corpo che con coraggio uscirà
Nella radura, un occhio
Un verde s’amplia profondo
Brillante, concentrato,
In giro per i fatti suoi
Finché, un improvviso pungente forte puzzo di volpe
Penetra nel foro oscuro della testa.
Ancora senza stelle la finestra; l’orologio ticchetta,
La pagina è stampata.