Clery Celeste
Salvare il necessario
iCentoLillo
(Pietre Vive,
2023)
PRIMO MOVIMENTO
siamo costretti a chiuderci in casa
(fra 2016 e 2019)
Abbiamo rinunciato alle foglie
marce dei fiori caduti in terra
per un’erba sintetica nel perimetro
sicuro e perfettissimo del niente,
del vento indotto, del verde
sradicato alla sua origine.
*
La stanza è stata per tanti anni la stessa
insieme abbiamo sostituito alcuni pezzi
la scrivania grande, la sedia comoda.
Abbiamo cambiato altri interni
senza acquisti né resi
ci siamo tenuti dentro il legno marcio
le termiti andavano dove volevano.
*
Era stato così libero l’inizio
poi è arrivata la paura.
Ha trovato un nido in questo cranio
coperto da capelli e cuoio fresco.
Ho dato la colpa a un giorno preciso
come un incidente che ti sfianca
invece era quello che sono sempre stata
nelle catacombe delle viscere.
Il rifiuto, la perdita, il giudizio.
*
Quando da piccola cadevo
mi dicevano che senza aiuto
non ce l’avrei fatta. Sta in quella
negata volontà muscolare
il mio esistere inclinato
la crescita dei germogli in obliqua direzione
la linea della luce quasi orizzontale
sui sassi attorno ai vasi.
SECONDO MOVIMENTO
luce nel mio sangue
Hai ragione quando dici che passo
il fuoco nelle mani, che rischio
di bruciare quel che trovo
ma cosa posso farci
se io prendo fuoco intera
se almeno nel dolore riesco a essere
una qualche forma di luce.
*
Cammino con due corpi
io vi dico che mi seguono
e restano muti.
Sono la ragione ultima della colpa.
TERZO MOVIMENTO
con tutta la pelle aperta
La particolarità delle bisce è che quando stanno sugli alberi
pendono come lampadari, puoi puntarle col fucile
assorbono tutto il piombo come un dono nella pancia.
Non lasciano neanche la presa e il boato dello sparo
è una consegna di grido.
*
In queste lune secche
di novembre
lo scarico del piacere
è qualcosa che va veloce
lungo l’abisso delle gambe
due fari piantati come
guardiani
le parti più intime
lasciate a morire.
*
Senti la struttura come crolla
il suono di polvere e vento
che fa le macerie delle cose distrutte,
delle vertebre infrante.
Mi poggio sui gomiti
calco il terreno a quattro zampe,
non è la posizione esatta della dignità
ma si avvicina a questo animale ferito.
Ora ci vuole l’aria e la cura lieve della terra
morbida e lucida dopo la pioggia.
QUARTO MOVIMENTO
questa cosa che mi abita dentro
Mia madre mi chiede se voglio un’arancia, «te la sbuccio» dice
e io che vorrei solo un amore come quello dei salmoni
oltre le possibilità della corrente, quasi arrivati
alla meta si fermano, porgono le branchie
all’ acqua nuova, aprono la bocca ci fanno entrare
tutto il coraggio necessario e poi l’ultimo salto
il rischio, l’amore di una vita.
*
Ci passava tra le gambe un ragno gonfio
veloce fuori dall’usuale, ho tentato
l’atto dello schianto col piede
e milioni di formiche sono fuggite.
Come quando mi hai baciata
avevi il sapore del vuoto che si avvicina
l’assenza si srotolava tra le grasse
formiche nere delle tue labbra.
Salvare il necessario di Clery Celeste fissa una nuova tappa nel percorso di crescita umana e artistica di una delle voci più forti del nostro panorama poetico. Suddivisa in quattro movimenti, l’opera traccia un lungo itinerario che comincia prima ancora del lockdown, anticipandone – specie nella sezione d’apertura – le atmosfere, il senso di claustrofobia, lo straniamento che crea un rapporto a tratti disturbante con la casa. Per poi affondare il coltello nel rapporto con l’altro, in una dimensione metamorfica che riduce i due esseri a una nudità ferina, primordiale, a una intimità alienata e ansiogena capace di smascherare l’ambiguità della famiglia come mito e trappola, simulacro e ultima difesa. Soltanto superando l’illusione è possibile maturare una nuova consapevolezza della propria libertà che, per quanto dolorosa, lascia liberi di respirare e di disporsi, nel controcanto finale, alla pietà.
In copertina: un’opera di Fabrizio Riccardi
Clery Celeste (Forlì, 1991) è laureata con lode in tecniche di radiologia medica e lavora presso l’unità operativa di Medicina Nucleare. È diplomata in counseling transpersonale integrato. È runologa ed esperta di tradizione sacra norrena.
La sua opera prima, edita nel 2014, è La traccia delle vene (Lieto- colle – Pordenonelegge).