James Dickey

The Selected Poems

(Wesleyan University Press, 

1998)

FALLING, IN CADUTA LIBERA

Una hostess di 29 anni è stata risucchiata fuori da una porta d’emergenza sbarrata male.

Il corpo è stato trovato tre ore dopo l’incidente

—New York Times

Le terre nella notte si ampliano e ruotano cambiandosi in continenti   si muovono trascinando la luna oltre il pianeta appena sotto la punta delle ali   Il sottile ronzare dell’ampio animale dello spazio. 

Lei si muove con il carrello e i vassoi   distribuisce coperte extra   si sposta per controllare un sibilo più forte alla porta d’emergenza.

Mentre la assicura si trova sbalzata fuori da uno schiaffo silenzioso e gelido         l’aereo più in alto e il corpo afferrato per la gola   in cerca d’aria   per ora ancora a posto col rossetto le calze nella divisa d’ordinanza   con ancora il cappello le braccia e le gambe in nessun mondo   allargate nell’aria sottile    si prende tempo   lo tiene stretto e ora   ad ancora a migliaia di piedi dalla sua morte sembra rallentare   si incuriosisce del suo corpo e dei suoi movimenti mai provati.

E guarda e si guarda   appesa nel mezzo delle cose che ritrova dentro   nella sua danza oscura   in questo salto di luna infinita verso i campi del raccolto.  da qualche parte in uno stato centrale con il caldo graduale che la permea   trovando più fiato mentre scende ad un livello più abitabile   vede   nuvole sotto di lei posate pacificamente   la bocca, gli occhi aperti dal vento   si abbevera al tepore dei campi di grano.

Scendendo tra i cuscini ammucchiati dei nuvoloni   può girarsi come nel suo letto   sorridere a qualcuno vicino   conoscerlo nel buio   andarsene di fianco scivolare via come un uccello con le ali mezze aperte   o roteare su se stessa nel calore che aumenta nella luna del raccolto. 

c’è ancora tempo per vivere in questo stadio sovrumano   vedendo le luci laggiù le autostrade una macchina che parcheggia in una cittadina e lo scintillio dell’acqua che cattura la luna   Dio mio, è bello e terribile mimare tutte le posizioni dell’amore danzare e dormire mentre la pioggia ora la sferza   non importa   tutte le cittadine di colpo più luminose oltre le nuvole   potrebbe camminarci su come se fosse acqua   sul quel Greyhound che illumina la strada   un segnale per procedere diritta giù come un guidatore o un tuffatore   prima i piedi la gonna rialzata la faccia profumata di paura   le gambe in un delirio di nudità e poi allarga le braccia attende qualcosa che ne prenda il controllo   trema a testa in giù   i movimenti svelti degli uccelli   lei osserva occhi di gufi dai pollai   una vasta visione di falchi che ampliano le luci delle macchine   treni merci   ponti che allargano la corsa della luna nelle anse   tutto il buio del Midwest che brucia da quassù.

C’è ancora tempo per vivere   di respiri fatti di niente   tempo ancora per sistemarsi i vestiti come quei tuffatori che si vedono in tv veleggiare nel sole e ridere sotto gli occhialini 

Cerca il suo compagno   denti candidi   non lo vede e grida e canta inni   le sue sottili ali umane si allargano dalle spalle   non può più ammirare l’enorme curvatura del mondo   ora guarda il suo paese perdere la sua forma nel guadagno e nella perdita tornare alle sue case e genti   guardarlo inalberare le sue luci   casa per casa  le lampade sui tetti dei fienili.

Se cadesse nell’acqua potrebbe farcela come un tuffatore in un tuffo perfetto.

c’è tempo per perfezionare  tutto   i piedi ben allineati  le dita a punta le mani messe in modo da farla entrare nell’acqua come se fosse uno spillo   uscirne sana e salva  tutta gocciolante con qualcuno che le offre una Coca Cola.

 

Eccola lì l’acqua della vita   la luna ristretta e arrotolata in una riserva d’acqua   e allora   fatemi atterrare in questa notte del Kansas con occhi aperti su questa luna maledetta   aperte le ali della giacca   muovendomi come un gufo in caccia verso lo scintillio dell’acqua.

Non si può solo cadere   non ci si può limitare a rotolare e urlare tutto il tempo   si deve farne buon uso   ora è concluso tutto attraverso tutto   nubi capelli l’umidità l’ultimo brillio di nebbia sul suo volto come lana che svela nuove oscurità nuove luci abbaglianti sulle strade di campagna via dalla confusione.

E si dirige verso la luce del lago   e sotto di lei le giovani donne sentono la loro divinità lottare e innalzarsi nella luna   i maschi come ferro   come gli aerei che mormorano nel buio della mezzanotte del Midwest   per lei il terreno si fa più vicino l’acqua più vicina la supera si gira deve tentare ancora con l’acqua ma non ne resta nulla   le nuvole se la sono ribevuta le piante l’hanno riassorbita   rimangono solo i campi della morte  così il volo ridiventa una caduta   ritorna l’urlo   quel grido silenzioso che l’ha risucchiata dall’aereo.   e ricorda ricorda la forma delle nuvole il suo ondeggiare ricorda ricorda che ha ancora un po’ di tempo prima di morire. 

Ora può levarsi il cappello nell’aria estiva al bordo dei campi e ha ancora tempo per sfilarsi una scarpa con le dita dell’altro piede   sfilarsi anche il collant con tutta calma osservando come sia fatalmente facile denudarsi nell’aria prima della morte quando il corpo assume senza sforzo ogni posizione tranne quello che gli permette di stare ritto   alzarsi   vivere   e non morire   nove fattorie si avvicinano si ampliano ora sono otto poi i campi   non c’è modo di tornare indietro dal terreno predestinato.  

Ora si sfila la giacca con quelle decorazioni di ali impotenti   si sfila la gonna   la sua biancheria più intima come se fosse il sacro spirito di una vergine   si sfila le calze che sono diventate maniche a vento   la biancheria che fluttua    veleggia nelle mani si trascina verso l’alto più su   i suoi vestiti risalgono verso le nubi   ora l’ultima scarpa come un uccello impazzito ora ricadrà ora ricadrà.

Il suo ultimo atto sovrumano sarà passarsi le mani lungo il corpo   il sangue trascinato in alto  passerà le mani i palmi delle mani sulle sue lunghe gambe   i suoi seni   tra le cosce    i capelli sciolti del tutto nel vento del corpo liberato aperto tentando di atterrare all’ultimo momento sulla schiena.

Ecco è qui   è   qui.

L’hanno trovata inesplicabile inimmaginabile   sentono che qualcosa si è spezzato anche dentro di loro dove la terra ha interrotto il volo   le ha detto come giacere come non girarsi come non muoversi   nessun sorriso di tuffatore potrebbe più salvarla   stringerla tra le braccia 

È tutto finito eppure   immobile nei campi sente gli odori di una crescita   che la sollevano   la traccia di una percezione rimasta in un occhio   avrebbe potuto farcela   tuffarsi e uscirne   invece è una che si abbronza nella luna calante mezza sepolta nell’impatto   non lontana dai tralicci della ferrovia dalla riserva d’acqua   potrebbe vedere tutto se potesse alzare la testa con i suoi vestiti che piovono su tutto il Kansas nei cespugli   sui campi da golf una scarpa   le calze su una corda da bucato che è il suo posto giusto   la giacca infilata sul parafulmine.

Giace in questo campo con la schiena spezzata come su una nuvola che non riesce a penetrare   gli agricoltori semi addormentati che escono dalle case all’alba.   come se cadessero verso le lontane acque della vita    nella luce della luna verso il significato sognato delle loro fattorie   verso il fiorire del raccolto   quel costo eccessivo che la lascia andare   andare verso   andare fuori   respira finalmente    forse no   e tenta   forse no   tenta ancora una volta   tenta   tenta   ah, dio!

James Dickey, “Falling” from The Whole Motion: Collected Poems 1945-1992. Copyright 1992 by James Dickey. Reprinted with the permission of Wesleyan University Press, www.wesleyan.edu/wespress.

Source: James Dickey: The Selected Poems (Wesleyan University Press, 1998)

James Lafayette Dickey (1923 -1997) è stato un poeta e romanziere originario di Atlanta, Georgia. 

Gli è stato conferito il titolo di 18° poeta laureato nel 1966. 

Come scrittore di romanzi è ampiamente conosciuto per aver scritto Deliverance (1970) da cui è stato tratto il film di John Boorman, tradotto in italiano con Un tranquillo weekend di paura. Il film affronta tre violenze devastanti: la prima è l’affronto alla natura, la seconda è un affronto brutale alla dignità dell’individuo, il terzo affronto è rivolto contro la legge.

Per quanto riguarda le sue poesie, esiste The Complete Poems of James Dickey del febbraio 2013. 

Poco è stato tradotto in Italia  e non recentemente. L’ultima traduzione è: James Dickey – Elmetti (a cura di F. Bacchiega) – Passigli Poesia 12 – 1992.

La traduzione di In caduta libera è una versione ‘abridged’ a cura di Sandro Pecchiari.