Monica Matticoli
Monica Matticoli
POETRY al MEI
Monica Matticoli, L’irripetibile cercare, Oèdipus Edizioni, Salerno 2017
Verso te solamente
Passasti dentro ad un silenzio come
un fiume nell’inverno, senza guerre.
A guardia dell’infanzia avevi vele e pesche
noci e le durezze brutali del percorrere.
Con la nudità degli angeli dopo un giuramento
portavi draghi al guinzaglio ma
io non volevo credere alla redenzione.
Avevo gli occhi troppo chiari e nessun
regno o riparo per curvare sillabe,
nominare un deserto sul fronte delle
labbra tue che, solo, avrei baciato.
Stiamo solo morendo irrisolti, mi dici.
Tu continui a cadere, a presidiare
inferni, io bucherello di spine e
rosari la liturgia sdentata delle ore.
Fuori annotta.
Eppure in questa sorte c’è un punto vivo
in cui converge il tempo, in questa sorte
c’è un segno dove in me riposi, dove
mi chiedi, e voglio, che sia fatta luce. In questa
sorte forse un punto c’è: ed è lì che, come
un amore non dischiuso, mi commuovi.
da Il canto dei ghiacciai, raccolta inedita
Il viaggio
Abbiamo preso decine di treni
noi due, e un biglietto solo verso questa luna
esposta, il tempo d’un saluto. Stringersi
sembrava gesto eterno e
palpabile il bagaglio sulla cappelliera,
un trionfo di vestiario e cambi di stagioni.
Come abbiamo fatto a dimenticare, come
abbiamo potuto scordarlo, il tempo?
Disallineare giorni: e anni interi affastellati
fra rotaie e doghe, fondali di paesaggi come
narrazioni. Non so se dopo l’ultima stazione
ti troverai di nuovo a un passo dall’abisso,
se attraverserai la forma fragile del corpo,
i flussi di parietaria nelle crepe assottigliate
verso i crolli.
Non so se le rughe delle mani avranno rivoli
e sicure macchie come concessioni verso
un’altra corsa, un altro titolo al viaggio.
Non so se ti ricorderai di me, delle sensuali
prove. E forse riderai di me, del tenero
delirio dell’amore, dell’uragano in pieno sole
che mi accendeva al tuo cospetto d’acqua e
luce come su una soglia per scontornare
dal cuore dell’inferno un infinito,
l’occasione.