Stefano Simoncelli

Stefano Simoncelli
Rassegna Poetry 2017

 

da A beneficio degli assenti (Pequod, 2020)

Si chiude a pugno la notte
tra il sonno e gli stracci.
È splendido e crudele
 
che sia ancora qui
con le braccia in croce
come un custode senza più niente
 
da custodire. A volte spazzo il sentiero
che fugge sotto le querce e gli ulivi,
ammucchio le foglie, le brucio,
 
mi ubriaco di fumo e vedo,
vedo sull’erba alta del prato
la grande gioia della mia vita
 
e la sua ombra che si allunga
quasi fino ad abbracciarmi
laggiù, dove ci sono tutti
 
e non c’è nessuno.
 

 

*

 

inedito

La scena madre è sempre la stessa:
le colline intorno, la foschia, i fruscii
delle lepri in fuga nel bosco e il vento
 
che sembra arrivi da un altro pianeta
tormentando le cime degli alberi e l’ora
d’aria dei fantasmi. Una notte di incendi
 
li ho intravisti che venivano a trovarmi
portandomi in regalo pugni di cenere
e le creaturine nascoste nelle scorze
 
dei bagolari. Laggiù, molto laggiù,
c’è il mare che da qui non si vede,
ma ne sento l’odore di salsedine
 
o l’eco fragorosa di burrasche
le volte in cui il vento ritorna
come un figlio dalla guerra
 
e si fa festa,  si canta e si balla.
Alla fine c’è una calma suprema
come quando si è morti, raccontano,
 
o si sta per morire. Io, di questo posto
che forse non esiste e ho soltanto sognato
in una notte di neve, sono l’indegno custode.

 

foto di Daniele Ferroni